Ieri sera è accaduto qualcosa di veramente spiacevole, a memoria di pinciarolo mai successo prima. In seguito ad una discesa molto ripida e complicata, un pattinatore si è avvicinato a colui che in quel momento stava guidando per lamentarsi della pericolosità della strada. I modi sono stati davvero poco ortodossi, dovuti forse al temperamento irascibile del ragazzo o forse all’adrenalina. La discussione è degenerata, i toni son diventati sempre più alti fino al punto che hanno lasciato il posto a spintoni e pugni. Son venuti alle mani, insomma. Fortunatamente erano lì pronti i ragazzi dello Staff che subito si sono messi in mezzo per placare la discussione. Nessuno si è fatto male e, passato lo spavento, il gruppo si è diretto in gelateria per cercare di addolcire la situazione.

Questo episodio ci offre un ottimo spunto per una riflessione.

Il ragazzo si avvicina al guidatore affermando: “Tu non hai rispetto per chi rimane indietro e non sa pattinare” e il guidatore risponde: “Per chi non sa pattinare, c’è la Easy”.
Al di là del fatto che alzare le mani è denigrante, la discussione è interessante e si porta con sé un sacco di questioni irrisolte, dissapori pregressi… come a dire, tutti i nodi vengono al pettine.

Ma analizziamo il problema a monte. Al Pattinatore-Principiante-Tipo che non ha tempo o voglia di andare al Pincio a fare le vasche sul Piazzale gli viene suggerito di andare alla Easy: situazione ovattata, percorso breve, zero discese e uno Staff pronto ad assisterti per tutto il tempo della pattinata. Già dopo un paio di volte, il pattinatore particolarmente promettente è in grado non solo di essere autonomo, ma di seguire la Easy in testa al gruppo e si permette anche il lusso di spiegare la frenata a T al compagno-pippa. Viene così esortato dallo Staff a provare il Mercoledì, perché lo scopo della Easy è quello di rendere i pulcini/pattinatori pronti per sostenere una pattinata a ritmo più sostenuto. Il pattinatore-non-più-così-pippa si reca con grande gioia e orgoglio alla Pattinata del Mercoledì Sera, pieno di buona volontà e incoraggiato dai giudizi positivi dello staff-easy. E lì iniziano i dolori.. perché tra una Easy e un Mercoledì Sera c’è un abisso.

La Pattinata del Mercoledì è ed è sempre stata una pattinata a ritmo sostenuto, i partecipanti devono necessariamente essere autonomi nel girare in strada e non si esclude la possibilità di due o più discese durante il percorso. Il principiante-non-più-tanto-pippa-ma-nemmeno-radical, si trova di fronte una serie di difficoltà che aveva sottovalutato, si aspettava forse un percorso più alla sua portata, d’altronde gli era stato assicurato che poteva accedere al livello successivo “…e se me lo dice quel brav’uomo tanto gentile con il fratino giallo ci posso credere.”

In base alle reazioni possiamo identificare sostanzialmente tre tipi diversi di principiante-neopattinatoredelmercoledì:
1. Adattivo: “Oddio qui si va veloci… adesso ci provo, tanto prima o poi dovrò imparare!”
2. Kamikaze: “Figo una discesa: mi metto a uovo, come fanno tutti, e scendo a pallaaa!”
3. Sindacalista: “Eh no, mi avevate garantito un livello medio, qui il livello è chiaramente medio-alto, le strade son dissestate.. mi lamenterò personalmente con il direttore generale delle pattinate free urban ecc.”

In un immagine utopistica il pattinatore-principiante-adattivoeancheunpo’Kamikaze si mette alla prova, acquista sempre più sicurezza e alla fine della pattinata è un discesista provetto. Il più delle volte, purtroppo, assistiamo a litigi, incomprensioni, qualche testa rotta e ieri stasera si è arrivati alla rissa.
Chiariamo un paio di cose: i ragazzi dello staff non son persone sadiche e cattive che mandano i principianti allo sbaraglio perché godono nel veder la gente sfracellarsi su viale Washinton! Nel momento in cui si sprona qualcuno ad abbandonare la Easy lo si fa assolutamente in buona fede, allo scopo di permettergli di migliorare e divertirsi sempre di più. E da canto suo, il principiante-tropporadicalperlaEasy-ma-troppopippaperilmercoledì, non si sente né carne né pesce e vive in una situazione di limbo: non si tratta sempre di uno sbruffone, ma semplicemente di una persona che non vuole sentirsi di peso per pattinatori più bravi, ha voglia di imparare ma non sa dove andare, e trovandosi di fronte ad una situazione di pericolo, come una discesa poco illuminata, ovviamente reagisce come può.

“A volte occorre seguire per poter guidare…”

Chi guida la pattinata non è il capo indiscusso del mercoledì sera e dell’universo, bensì una persona che si prende la responsabilità di condurre un gruppo eterogeneo e rotellante attraverso incroci pericolosi, strade di sanpietrini, discese e salite di questa Roma bella e maledetta. Cerca di tenere un’andatura costante e non lasciare indietro nessuno, è attento alle esigenze dei singoli e cerca di soddisfare la totalità. Come si decide chi guida? Beh, il leader viene designato dai membri stessi, che lo riconoscono come tale e ripongono in lui fiducia. Se vedete uno che il mercoledì sera, davanti alla Chiesa di San Carlo, intorno alle nove e mezza, urla “ANDIAMO!!!” e subito dopo una moltitudine di pattinatori lo segue, beh, avete pochi dubbi!!! Sia chiaro che nel Pincio non c’è una gerarchia di potere, che lo Staff non è un’oligarchia pronta a tiranneggiare sui poveri pattinatori sudditi principianti, ma sono persone che volontariamente si mettono a disposizione del gruppo e offrono la loro esperienza decennale sui pattini a servizio di chi ne ha bisogno. Lavorano per garantire a tutti una pattinata sicura e piacevole, spesso sacrificando il loro stesso divertimento.

Per quanto riguarda l’andatura teniamo a mente che non ci sono, né ci saranno mai, criteri standard per definire la giusta velocità di una pattinata. Per quanto i moderni mezzi della tecnologia ci permettono di calcolare percorso, pendenze e calorie bruciate, non vi aspettate che prima della pattinata del mercoledì ci sia qualcuno dello staff preposto a comunicare che quella sera si viaggerà ad una velocità di circa 27 Km/h, che la pendenza della prima discesa sarà del 30% e così via. Per quanto non mancano gli ingegneri nel gruppo, questo non avverrà mai. Si procederà dunque all’ antica, empiricamente, provando ed esplorando strade nuove, con l’accortezza di portare sempre con sé un paio di converse leggere nello zainetto e l’umiltà di togliersi i pattini e proseguire a piedi qualora fosse necessario. Nessuno vi caccerà mai da una pattinata, tutti hanno il diritto di provare, ma abbiate il buon senso di prender coscienza da soli delle vostre capacità.

In conclusione, io non saprei proporre un modello corretto di guida e organizzazione per una pattinata d’eccellenza, forse basterebbe imparare da pattinatori di altre città europee o forse tornare ai tempi in cui le pattinate erano all’ insegna del “Ne resterà soltanto uno!!!”. Ciò che ieri sera è mancato è un elemento imprescindibile per una pattinata ben riuscita, ossia il rispetto, verso chi guida, chi segue, chi si prende delle responsabilità e chi sceglie di pattinare e passare una bella serata. Mi auguro fortemente, come tutti, che una situazione del genere non si verifichi ancora, che di questa serata se ne possa parlare in maniera costruttiva e trovare insieme soluzioni efficaci per far star bene tutti.

“C’è una crepa in ogni cosa, è da lì che entra la luce” L. Cohen

Una ex, ma non troppo, principiante.

08/10/2014.. per non dimenticare.

Un pensiero su “08/10/2014.. per non dimenticare.

  • 9 Ottobre 2014 alle 09:13
    Permalink

    Ciao,
    come molti sanno sono un pattinatore (anche se non assiduo) e mi sono trasferito a Copenhagen da un anno e quindi non partecipo a pattinate romane da Natale scorso.
    Tengo per me i commenti ma lascio un paio di suggerimenti che potrebbero secondo me essere utili:
    – qui a Copenhagen la pattianta è di 1000-1500 persone e viene concordata con la polizia, quindi il percorso è stabilito almeno una settimana prima e pubblicato sulla pagina così ognuno può vederlo e valutarne l’opportunità (ok, in Danimarca non esistono discese…). Potrebbe essere utile fare qualcosa di simile?
    – per chi non ce la fa esistono sempre i mezzi: in ogni momento chiunque può abbandonare se non se la sente. Come fu per una pattinata di 40 km a Parigi 2013, potrebbero essere concordati dei punti intermedi di chi vuole lasciare e da cui si possa tornare facilmente o verso via del Corso o verso casa.
    – solo una considerazione: siamo un gruppo di tanti. Il gruppo deve essere per tutti ma tutti devono anche essere per il gruppo. Io mi son sempre considerato un ospite quando si fosse in tanti e l’unica persona contro cui mi sono posto sono io stesso: sono i miei limiti, la mia stanchezza, contro cui cerco di andare ma che tengo comunque a mente, senza tediare gli altri.

    Sperando di non dover più leggere nulla del genere vi saluto, con l’augurio di vederci almeno alla pattinata di Natale di quest’anno!
    Tak skal du have og god fornøjelse!
    Fabrizio

I commenti sono chiusi.