Ebbene si, miei carissimi.. ho compiuto un anno! 😀 E mi sono regalata anche una torta (tranquilli, ve la porto.. ;)) ho espresso il desiderio un attimo prima di spegnere la candelina e poi piuuf… un anno è volato via insieme allo zucchero a velo.
21 Marzo… un anno fa decidevo di provare questa pattinata per Roma il mercoledì sera.. “perché stare a casa, insomma, magari mi piace.. quale miglior modo per salutare la primavera?!”
Ma in effetti.. come sono entrata in questo mondo favoloso?! Si, spesso me lo sono chiesta.. un po’ come quando svegliandoti al mattino dopo una nottata di bagordi pensi: “Ma che è successo ieri sera? Come ci son finita qui?” Ecco.. più o meno è andata così… Questo Pincio è una sbronza di vita, la testa gira vorticosamente insieme alle rotelle e solo adesso mi concedo un momento di pausa per fermarmi, guardarmi indietro e capire più o meno quanta strada ho percorso, quanti chilometri ho divorato senza accorgermene.
Entrare al Pincio è un attimo, non hai il tempo di allacciarti completamente i pattini che ci sei già dentro.. sei trascinato in una nuvola di polvere stradale, in un mondo fatto di conetti, discese, salti e trick.. e un po’ per le rotelle, un po’ per magia, cominci a muovere i primi passi: stai pattinando. Ce l’avete presente, no?! Quel momento unico in cui smetti di pensare a tutti i movimenti che devi fare, alla postura da tenere, rilassi un po’ i muscoli, alzi lo sguardo che fino ad allora avevi tenuto fisso al suolo e.. stai pattinando.
Un anno di Pincio.. non bastano le parole per descriverlo. Ripenso a quante emozioni questo gruppo ha saputo donarmi ogni giorno, con la semplicità e la spensieratezza di cui solo noi pattinatori siamo capaci, con la leggerezza di chi vive la città su otto ruote, di chi guarda il mondo con occhi diversi, di chi è capace di amare al vita come un bambino che inizia a camminare da solo.
La prima parola che mi viene in mente pensando al Pincio è bellezza: ragazzi, siete belli da morire! Tutti, tutti, dal primo all’ultimo… da chi si mette i pattini per la prima volta e alzandosi sulle proprie gambe cerca il proprio equilibrio a chi sembra voglia spiccare il volo, sfidando le leggi della fisica, da chi gareggia nella propria specialità, con grinta e talento, a chi pattina tranquillo per poter scambiare due chiacchiere; da chi ferma il traffico e litiga con gli automobilisti per permetterti di attraversare la strada, a chi pazientemente si siede affianco a te per aiutarti a svitare un perno incastrato; dal pattinatore pro che perde una giornata per spiegarti un trick, a tuo avviso, impossibile, al principiante che ti chiede di insegnargli la frenata a T. Siete belli quando correte veloci, quando gareggiate, quando vi cimentate in acrobazie assurde, quando cadete e vi rialzate più forti di prima. Siete belli quando riuscite in qualcosa che provavate da molto tempo, quando esultate per una vittoria e quando, mantenendo un sorriso tenerissimo, accettate una sconfitta.
Entrando al Pincio non sai bene cosa aspettarti, o forse sei convinto che si pattini e basta. Ci rimani perché ti rendi conto che in realtà c’è molto altro: c’è passione, amicizia, complicità.. ci sono persone fantastiche che non aspettano altro che passarti un po’ di quella magia che hanno dentro e che le spinge a indossare i pattini anche quando i muscoli fanno male, anche quando ci sarebbero tanti altri impegni e doveri a cui rispondere.
Come si fa a non trovarsi bene al Pincio?! È una grande famiglia, ci sono proprio tutti: c’è il nonnino che fa le spaccate e il piccolo fenomeno di dieci anni, la pupa di appena nove mesi e gli zii.
Siete belli per la gente che dai marciapiedi ci guarda passare, meravigliata e anche un po’ invidiosa, siete belli per l’ultimo arrivato e per chi ha visto nascere quest’associazione, siete belli nelle foto di tanti anni fa, quando i conetti erano lattine e i capelli si portavano più lunghi.
Posso fare una confessione, tanto di voi mi fido: ogni tanto, quando ho voglia di Pincio, mi perdo tra i video e le foto del gruppo, e vado indietro di anni e anni… visi di gente che non ho mai conosciuto, che prima di me ha trascorso pomeriggi interi su quel piazzale, che pattinava quando io ancora non sapevo neanche camminare, proprio lì in quelle strade che percorriamo ogni mercoledì. Le facce cambiano, i sorrisi restano. Impressionante come otto ruote e un asfalto liscio possano unire così tante generazioni.
Il Pincio mi ha dato tanto.. sorrisi, risate e teneri abbracci.. pomeriggi fatti di un divertimento semplice, in cui anche un giro con gli amici diventa un’avventura, notti assurde che ti fanno sentire padrone della città, infinite ore di ininterrotto srotellamento e di gioia. Mi ha insegnato ad apprezzare davvero una giornata di sole, mi ha ricordato la magia di sbucciarsi il ginocchio, mi ha donato delle splendide amicizie. Per quanto possa far male una caduta, per quanto possa bruciare una ferita, niente ancora mi ha fatto smettere di pattinare, perché ciò che mi ha dato il Pincio è una passione.
Mi sentivo in dovere di festeggiare un anno di tutto ciò, e di ringraziare tutti quelli che, in un modo o nell’altro, vi hanno preso parte.
Con affetto, Anastasia.